Il motivo della caduta è stato
indicato dallo stesso Jorge Lorenzo nelle gomme fredde “era molto
difficile scaldare i pneumatici e abituarsi di nuovo al feeling
con le slick” “non ho prestato attenzione a quella curva che è
a sinistra dopo molte a destra. Lì devi fare attenzione anche
con l’asciutto.”
Ma perché la caduta è avvenuta proprio in quel punto del
tracciato, dopo che aveva completato quasi un giro e le gomme
seppur di poco avrebbero dovuto essere più calde rispetto alle
prime curve dopo l’uscita dai box? Solo errore di guida o c’è
anche una spiegazione tecnica?
Vediamo grazie al nostro software SET-UP Bike e al nostro
modello per il calcolo della temperatura delle gomme,
di capirci di più. |
|
Inseriamo nel software
oltre ai dati tecnici di una MotoGP, peso e altezza di Jorge
Lorenzo, e la quantità indicativa di litri di benzina rimasti
nel giro della caduta. |
|
|
|
|
|
|
Ora non resta che
impostare il livello di grip che c’era in quel momento
sulla pista, per questo facciamo riferimento al
tempo fatto da Marquez nel giro dopo la sua sosta ai box,
avvenuta due giri prima di quella di Lorenzo, e
impostiamo nel software un grip che consenta al pilota
virtuale di fare un tempo pari a quello fatto da Marquez
nel primo giro dopo l’uscita box. |
|
A questo punto possiamo avviare la simulazione. |
Dai risultati calcolati dal SET-UP Bike in primo luogo prendiamo
in esame l’analisi prestazione, che ci mostra
da cosa è limitata la prestazione nei vari punti del tracciato.
Nel punto dove è avvenuta la caduta, appena
inizia il cambio di direzione dopo il tornantino a destra,
il problema diviene l’aderenza, quindi a prescindere
dalla temperatura delle gomme questa è di per se già una
zona critica. |
|
Ma vediamo cosa accade
alla temperatura delle gomme durante il giro.
Utilizziamo il nostro modello di calcolo e dato che a
seconda dell’angolo di piega lavorano parti diverse
della gomma, analizziamo cosa accade alla
temperatura delle gomme in tre zone distinte,
il lato sinistro, quello centrale e quello destro. |
|
|
|
Dall’analisi della
temperatura media superficiale nelle tre zone si vede in
maniera chiarissima che nel punto della caduta il lato
sinistro della gomma raggiunge la sua temperatura più
bassa rispetto a tutti gli altri punti del circuito,
quindi non appena Jorge Lorenzo ha effettuato il cambio di
direzione e quindi ha iniziato a lavorare il lato
sinistro della gomma, si è ritrovato con temperature
molte più basse della gomma rispetto a qualche metro
prima dove lavoravano il lato destro e quello centrale.
|
|
|
Dato che come è noto le gomme offrono un diverso grip in base
alla loro temperatura, non appena Jorge Lorenzo ha effettuato il
cambio di direzione si è ritrovato un grip nettamente più basso
e da qui la perdita di aderenza è stata netta e non
controllabile.
Quindi certamente l’errore c’è stato, ma è stato soprattutto nel
trascurare questo aspetto tecnico molto significativo finchè le
gomme non hanno raggiunto una temperatura tale da mitigare il
problema. |
|
Da questa analisi appare chiaro come a volte dietro un errore ci
sia una spiegazione tecnica che può aiutare a comprenderla, ma è
altrettanto chiaro che oggi con la tecnologia ed i software
adeguati si possono avere certe informazioni preventivamente che
possono aiutare pilota e team ad evitare errori che potrebbero
costare molto caro! |